Le cave di Carrara

CAVE DI CARRARA


01 Agosto 2017

Fiorentina di nascita, sono cresciuta in mezzo a chiese, statue e colonne di marmo. Conoscevo il prodotto finito, reso sublime dalla mano dell'artista. Ma non avevo mai visto una cava, mai osservato il lavoro per ottenere una lastra di marmo, né sapevo quanti tipi di marmo esistono al mondo. Quest'estate ho deciso di aprire il cassetto e realizzare uno dei miei sogni: visitare le cave del marmo di Carrara.
Partenza in camper da Firenze e ritrovo al parcheggio dell'ex-stazione Marmifera di Tarnone. Qui incontriamo Alessandra, guida ambientale e Walter, proprietario di Cava Museo.
Siamo a Fantiscritti ed in alto tutto intorno a noi, ci sono cave di marmo dalle quali giungono i rumori delle macchine a lavoro.
(Com) Alessandra percorriamo 1 km di tunnel della marmifera, accompagnati dai racconti della sua storia. Dai primi cavatori, i bovari, che trasportavano le lastre di marmo su dei carretti, rischiando la vita ogni giorno per una misera paga. Alessandra ci racconta come gli stessi bovari attentarono alla ferrovia appena costruita, che gli aveva rubato il lavoro. Questi e mille altri racconti ed aneddoti ci accompagnano lungo il fresco tunnel della marmifera.
All'uscita dal tunnel, saliamo a bordo di fuoristrada che ci portano fino a 1000 metri sulle strade di lavorazione del marmo.
- Sconsiglio a coloro che soffrono le vertigini di sporgersi dal finestrino. Potete allungare lo sguardo sul paesaggio circostante, oppure potete guardare davanti al fuoristrada! -
Saliamo i numerosi tornanti sollevando grandi nuvole bianche e all'arrivo (ci ritroviamo cosparsi di polvere di marmo).
In cima alla cava ci viene spiegato il lavoro che viene fatto per ottenere una lastra di marmo, le attrezzature moderne, il taglio e i numerosi tipi di marmo esistenti al mondo. 
Inutile tentare di descrivere la bellezza da paesaggio dalla cima della cava. Imponente, sconfinato, unico.

Finito il tour della cava, i fuoristrada ci riaccompagnano alla base dove ci aspetta Walter Danesi, il cui avo che è stato il primo a organizzare un vero e proprio museo a cielo aperto per i visitatori. Il museo ha l'obbiettivo di mantenere la memoria e raccontare le condizioni di vita ed il lavoro che svolgevano i cavatori, a (patire) dall'epoca Romana fino alla seconda metà del secolo scorso. Un antico mestiere raccontato, una testimonianza storica importante, curata oggi dal nipote Walter, affezionatissimo e fiero del lavoro svolto dal nonno.

Commenti